16 dicembre 2013

Non è tutto vintage quel che è vecchio (e non è tutto vintage quel che è vintage) - II parte

Guida in due parti per chi vuole vendere vintage.

Parte II
Dove eravamo rimasti? Ah si: dovete tornare a studiare.

Ora io non vi dico che dovete immergervi in uno studio matto e disperatissimo o spendere l’intero stipendio per costruire una vostra Biblioteca di Alessandria, ma, aimè, non sempre la tecnologia e la rete sono funzionali per la ricerca di stili, epoche e datazioni.
Il mio consiglio è: uscite di casa! Andate in librerie che abbiano un reparto di arte, antiquariato e design, sfogliate i libri e i cataloghi per farvi l’occhio. Andate in biblioteca e consultate e leggete, non La Storia Sociale dell’Arte dell’Hauser (poi se proprio volete farlo, sappiate che vi stimerò fino alla fine dei giorni, perché io l’ho miseramente abbandonato), ma anche semplici cataloghi di storia del design, del costume, dell’artigianato, dell’antiquariato. Insomma di argomenti ce n’è un’infinità!
Una volta che saprete distinguere  una libreria svedese degli anni 50 da una Billy, che sempre svedese è e ormai ha pure una certa età, allora saremo all’inizio!

foto tratta da Areaneo
foto tratta da Ikea
Documentarsi vuol dire, per esempio, sapere che molto di ciò che ora è costruito in plastica, tra i primi anni del 1900 e gli anni 50 era in bachelite. Quindi se trovate un telefono che ha una forma degli anni 30 ma è in plastica, forse vi hanno gabbato! Senza forse. E’ quasi sicuramente un falso o una riproduzione, magari un oggetto di scena, chiamati props, usato per il teatro o il cinema. Se proprio non siete convinti, giratelo, avrà un’etichetta in metallo o stampata con il numero di serie. Su questo internet ci aiuta. Ci sono tantissimi siti e blog italiani e internazionali strutturati come database, perché i numeri di serie degli oggetti elettronici o elettrici sono catalogati per anni di produzione e di collezionisti ce n’è a bizzeffe. Questo aiuta tantissimo per stabilire la data di produzione: attenzione, molti oggetti di produzione industriale sono stati prodotti per decenni allo stesso identico modo e a volte sono ancora in produzione tali e quali al loro primo giorno sul mercato. Un esempio su tutti: il classico telefono color tortora della Sip, il Bigrigio. E’ stato prodotto dal 1962 al 1985. Questo vale per tantissimi elettrodomestici, come la Moka Bialetti del 1933 e accessori come la Kelly di Hermés: dal 1956!



foto tratta da MuseoScienza
foto tratta da ConcorsoBialetti.it
E questo ci porta all’argomento dolente: l’abbigliamento. Ultimamente, non me ne vogliate, ho visto degli scempi prezzistici madornali. Per datare l’abbigliamento e gli accessori ci sono alcuni fantastici trucchetti.
Molte case di moda ci tengono molto all’autenticità dei loro prodotti, vista la enorme contraffazione che circonda i loro preziosissimi marchi...sembra di parlare del cavallo bianco di Garibaldi! Ovvio che uno non voglia essere riprodotto e copiato illegalmente, chiedetelo ai vostri teammate artigiani e crafter! Spesso quindi nelle maison di moda, nelle boutique e sui siti delle case produttrici, ci sono esperti e consulenti o semplicemente un modulo da compilare, per rilasciarvi un certificato di autenticità. Anche sul vintage. Se sarete fortunati vi faranno anche una valutazione (1). E quello è il prezzo di mercato! Lasciamo perdere Etsy o Ebay, dove in molti cercano spunto per formulare un prezzo, perché:
non avete la certezza che sia un pezzo originale; chi lo propone potrebbe non sapere cosa ha tra le mani.

Qui si crea un grosso problema, che sta a voi risolvere. Facciamo un esempio: trovo nell’armadio della nonna, purtroppo mancata, una Kelly di Hermés (prezzo base del nuovo da € 4.500), ma è vecchia e usata. Sì, è una bella borsa, ma non proprio il  mio genere, quindi decido di venderla nel mio negozio di vintage su Etsy a, diciamo, 200 € (non è un prezzo a caso, l’ho proprio visto!) perché tanto devo fare cassa e più il prezzo è basso, prima la vendo. Ecco: NO, NO, NO. Una Kelly degli anni 70 è valutata intorno ai 2.400 €, ma questo prezzo può salire vertiginosamente se è una serie o un colore in edizione limitata. Ora se io, compratrice, arrivo e trovo una Kelly a 200 € la prima cosa che penso è che sia falsa, quindi me ne vado. Ma  non ci penso neanche due volte!
Poniamo il caso che invece la compri. E dato che poi mi viene la pulce all’orecchio, la porto a valutare (basta andare in una casa d’aste o come dicevamo in un negozio di Hermés, o chiedere alla blogger che ne sa un sacco) e mi dicono che mi hanno fregato.

foto tratta da Christies
Che si fa? Ricordate che ora i compratori possono cambiare il loro feedback anche a distanza di molto tempo, fino a 60 giorni dopo la data di consegna.
E voi potreste ritrovarvi con un feedback negativissimo per un unico e semplice motivo: non avete fatto ricerca e non vi siete preparati per un’evenienza di questo tipo.
Se proponete abbigliamento di marca deve necessariamente essere autenticato. Altrimenti ci farete la figura del cioccolataio, con tutto il rispetto per i cioccolatai che invidio non poco! Poi se proprio non vi interessa vendere una Kelly a € 2.400 perché per voi è solo una borsa vecchia e ingombrante e la volete vendere a € 200 con certificato di autenticità, questa è una scelta personale. Che fa crollare il mercato e fa considerare i venditori onesti dei ladri, ma non è un problema che vi riguarda, perché voi volete solo monetizzare. (Vi ho fatto sentire in colpa? Bene.)
Fare i prezzi a casaccio è sconveniente per tutti
, è vero che il mercato dell’antico, in tutte le sue declinazioni, è molto volubile e incline alle mode (oggi nessuno comprerebbe un canterano del 700 a 30.000 €, sarebbe già tanto se te ne dessero 5.000 perché non li vuole più nessuno, ma 15 anni fa andavano via come il pane a prezzi anche maggiori) ma i prezzi ci sono e sono facili da applicare. Considerate che se comprate a 10 € dovrete preventivare di vendere almeno a 20, ma se fate “l’affare” perché ce l’avete in casa, documentatevi: potrebbe essere paccottiglia ma a volte non lo è. E’ davvero frustrante vedere alcuni oggetti in vendita a così poco, è come vanificare il lavoro di tanti.

foto tratta da Cambiaste
L’altro problema fondamentale è l’enorme divario che si trova tra il mercato europeo e quello americano. Non lo dico per un fatto di campanilismo, ma in America non hanno una storia così radicata di vendita di antichità e spesso non viene dato il giusto valore alle cose. Quindi i prezzi sono bassi. E’ vero che noi siamo su Etsy e che il mercato è prevalentemente quello, ma se uno fa un errore non è detto che lo si debba seguire per forza.  Io non dico di non guardarsi in giro e fare una comparazione di prezzi e oggetti, ma almeno non basatevi solo su quello. Guardate i blog, altri siti, i risultati delle aste, andate alle fiere, nei negozi. 
Ricapitolando, i passaggi per prezzare un articolo vintage sono:
1. documentarsi sull’oggetto tramite libri e cataloghi
2. se sono articoli di marca, consultare, quando possibile, gli stessi produttori o siti e blog specializzati
3. comparare i prezzi che si trovano su blog, siti specializzati, fiere, negozi
4. evitare Ebay! No scherzo, Ebay ha delle ottime guide per riconoscere i falsi e anche molti negozi affidabili, ma torniamo sempre lì, bisogna cercarli e documentarsi.


Una piccola nota sulle esportazioni e sulla legislazione: le leggi in Italia e in Europa in generale, sono molto chiare in materia. Non si possono esportare articoli che abbiano più di 50 anni senza il benestare della sovrintendenza. Una trafila lunghissima. Di seguito trovate alcune leggi di riferimento:



- Decreto Legislativo 29 ottobre 1999, n. 490

Inoltre se vendete articoli di origine animale, devono avere la certificazione CITES, conforme con la legge di Washington, ovvero che non siano animali in via d’estinzione, e anche se sono antichi vale lo stesso.

Studiatevi bene quali materiali possano essere esportati e quali no nei vari paesi, perché si rischia grosso!
foto di
Un aneddoto per il quale il negozio dei miei genitori è malauguratamente diventato famoso: anni fa, credo fosse il 2002, al MercanteInFiera di Parma, arrivò la guardia forestale. Erano in 10. Di domenica mattina con la fiera gremita. Ci si piazzarono nello stand, perché avevamo un gufo reale impagliato. Che fosse visibilmente antico (della fine dell’800 per la precisione) che avesse un meccanismo incorporato che lo rendeva un automa che gli faceva sbattere ali e occhi,  che avesse una certificazione di provenienza e fattura d’acquisto, non interessò minimamente alle Guardie del Corpo Forestale. Il gufo venne sequestrato. Mio padre venne condotto in questura, con mia sorella che gli ricordava di chiamare lei con l’unica telefonata che aveva a disposizione (manco fossimo stati in un film). Venne sporta denuncia verso di lui. I processi sono lunghi. E processi di questo tipo sono penali. Anni dopo ci venne notificata l’avvenuta distruzione del corpo del reato: il gufo. Questo ci permise di vincere il processo, perché non ci era stata notificata la data di tale distruzione e perché “il fatto non sussisteva”: la denuncia riportava infatti che il povero animale fosse stato ucciso in tempi recentissimi.
Poco tempo dopo mio padre fece il suo unico incidente in autostrada, da cui ne uscì incolume. Un dettaglio gli rimase impresso: chi lo tamponò si chiamava Gufoni. E infatti non abbiamo mai più avuto gufi in negozio, neanche dipinti!


foto di MaxAndTheAnimals





Link utili:
Abbigliamento e accessori
Vintage Fashion Guild un sacco di risorse consultabili, dall’idenificazione delle etichette, dei tessuti, fino alle epoche, con tanto di forum e blog.
Purse Blog per i malati di borse, nuove e antiche. Trovate forum su come riconoscere per esempio una Gucci Vintage o trovarne il nome oppure autenticare una Hermes
Castira fornisce assistenza per chi vuole acquistare online accessori e borse griffate.
Design Industriale
Industrial Design History sito che celebra l’ingegno dei prodotti industrialli, con timeline di prodotti e biografie
Urban Remains Chicago oltre 18.000 articoli reuperati dalla dismissione di edifici. Rifatevi gli occhi con questi complementi e arredi di vera archeologia industriale Made in USA; utile anche per un raffronto con i prezzi
Evangelisti Enrico collezionista che ha pubblicato online la sua collezione
Anni 50
Plan 59 pubblicità anni 50, con possibilità di comprare ristampe
Anni 70
Berting raccolta di poster e pubblicità degli anni 70


Note:
(1) Consiglio di informarsi prima, via telefono o email, la disponibilità per la valutazione e se sia gratuita o a pagamento.





Giada ha i capelli rossi e il sorriso pronto, lavora nel negozio di antiquariato di famiglia e buca animaletti (di plastica!) per farne delle spille che vende nel suo negozio Etsy.
E’ nota nel forum EIT per “L’almanacco della Giadina”, interessanti aneddoti raccontati col suo tono scanzonato, lo stesso che ha messo a nostra disposizione in questa occasione, insieme alle conoscenze acquisite in ambito lavorativo e familiare, per spiegarci cosa è il “vintage” e cosa dovrebbe fare chiunque volesse venderlo























6 commenti:

  1. miiii! e mi sono sempre stati simpatici i gufi...
    grazie per questa guida interessante , colta e anche divertente !

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  2. Aggiungere molto professionale. Fantastica! :D Grazie!

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  3. grazie Giada per avere condiviso queste interessantissime nozioni.Per i profumi vintage sai dove documentarsi?

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  4. Ciao a tutti. sono appena incappata in un episodio poco carino. ho venduto negli Stati Uniti tramite etsy una borsa vintage the bridge in pitone e coccodrillo. non ero a conoscenza della certificazione Cites. sono stata contattata da US Fish and Wildlife che mi ha detto che avrei dovuto allegare la certificazione alla spedizione e se pago la spedizione me la rimandano indietro. cosa mi cosigliate di fare?

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